
Se cerchi un luogo suggestivo e particolare da visitare nella Capitale, il ghetto ebraico di Roma è sicuramente la scelta giusta.
Il quartiere, delimitato dal Tevere e da Piazza Venezia (dove sarà possibile ammirare l’Altare della Patria in tutta la sua grandezza), è un’esperienza singolare: a tratti religiosa con la Sinagoga, a tratti culturale col museo ebraico, a tratti enogastronomica con la cucina kosher tradizionale.
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Ghetto ebraico di Roma e la sua storia
Il ghetto di Roma viene considerato come uno dei più antichi del mondo Occidentale, tanto che la sua costruzione venne ordinata nel 1555 da papa Paolo IV.
Il motivo di questa scelta era tristemente politico: privati di ogni diritto, la popolazione ebraica di Roma venne relegata in una minuscola (e allora periferica) parte della città con solo un accesso di entrata e uno di uscita.
La storia del popolo ebraico è tragicamente famosa e durante la loro vita nel ghetto gli ebrei dovevano essere sempre identificabili e non potevano svolgervi alcun tipo di attività commerciale o possedere beni immobili.
Nel 1943 il ghetto ebraico di Roma fu teatro di una delle pagine più tristi della storia italiana: le truppe naziste circondarono l’intero quartiere e catturarono oltre 1.000 ebrei prelevandoli dalle loro abitazioni per poi caricarli su un treno diretto ad Auschwitz.
Le vittime, oggi, vengono ricordate con delle pietre d’inciampo installate davanti all’abitazione da cui furono strappati con la forza per ricordarli e celebrarli.
Negli anni più recenti dello scorso secolo, il ghetto ebraico ha subito un periodo di trasformazione e rivalsa, con una nuova vita e una espansione architettonica con l’aggiunta di 3 nuove vie: via del Portico d’Ottavia, via Catalana e via del Tempio.
Cosa vedere al ghetto ebraico?
Sinagoga
Seppure piccolo, il ghetto di Roma è ricco di caratteristiche attrazioni da ammirare per la loro valenza storica e artistica.
Prima tra tutte, va menzionata la Sinagoga, ovvero il Tempio Maggiore: costituito da due piani, questo grande edificio è sormontato da una inconfondibile cupola: luogo di preghiera, si tratta di un simbolo importantissimo per tutta la comunità ebraica e visibile da ogni punto panoramico della città.
Progettata e finita di costruire nel 1904, tutto il complesso è di ispirazione assira e babilonese.
Nei sotterranei del Tempio ha sede il museo ebraico e il Tempio Spagnolo, ovvero una piccola, ma interessantissima sinagoga.
Portico d’Ottavia e Fontana delle tartarughe
Risalente al II secondo secolo Avanti Cristo, il Portico d’Ottavia è uno dei monumenti più importanti del ghetto ebraico di Roma: passeggiare tra le sue rovine è un’esperienza capace di farci tornare indietro nel tempo.
Successivamente, proseguendo per le vie del ghetto arriverete a una piccola chicca: la fontana delle tartarughe.
Costruita alla fine del XVI secolo, nasce come sfida: il duca che la commissionò, infatti, ordinò di realizzare questo curioso monumento in un solo giorno, facendola erigere proprio davanti alla finestra del padre della donna che amava a dimostrazione della sua importanza.
Le tartarughe vennero aggiunte, successivamente, da Bernini nel 1658.
Cosa mangiare al ghetto?
Oltre a queste meraviglie architettoniche, il ghetto ebraico di Roma offre numerose meraviglie da gustare: la cucina kosher è il tema fondamentale dei tantissimi ristoranti che affollano la zona.
Oltre ai soliti piatti romani, preparati secondo le norme ebraiche e previa approvazione del Rabbino, potrete assaporare le tipiche prelibatezze di questa cucina, come il brodo di pesce, i carciofi cucinati alla giudia (ma solo nel mese di marzo), i filetti di baccalà e il pesce ripieno.
I ristoranti situati nella zona del Portico d’Ottavia sono tanti e tutti ottimi: Taverna del ghetto, Nonna Betta, Giggetto al Portico d’Ottavia e Sora Margherita sono solo alcuni dei locali in cui potrete trovare ristoro.
Insomma, se cercate un’esperienza unica, a tratti toccante, e anche gustosa, il ghetto ebraico di Roma è il luogo che cercate.