
Si scrive nasone, si legge fontanella. A Roma chi vuole dissetarsi gratis con l’acqua del sindaco ha un unico punto di riferimento: i nasoni. Si chiamano così le fontanelle pubbliche in ghisa sparse in ogni punto della città, dal centro alla periferia. Devono il proprio soprannome alla forma ricurva del rubinetto che ricorda, appunto, quella di un grande naso.
La loro forma caratteristica, insieme alla diffusione capillare nella città, hanno fatto di queste fontanelle uno dei simboli della capitale.
L’acqua che esce dai nasoni è la stessa che arriva nelle case dei romani. È quindi perfettamente potabile e sempre fresca, perché scorre a getto continuo. Ad erogarla è l’Acea, l’Azienda comunale energia e ambiente, che ogni anno effettua 250mila controlli sulla qualità dell’acqua.
“Quando la sete dell’estate ci asciuga il palato, dopo una scarpinata sotto il sole, niente ci dà più gioia che chinarci su un’umile fontanella romana per sentire quel fresco beneficio che schizza nella gola – scrive Marco Lodoli nel suo Isole. Guida vagabonda di Roma -. Altro che long-drink e bibitoni zuccherati, l’acqua di Roma non ha rivali quando si tratta di dissetarsi per bene”.
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Fai come fanno i romani

Il divertimento dei bambini
Siete in giro per Roma e avete sete? Guardatevi intorno: prima o poi vedrete un nasone. In città ce ne sono 2.500, duecento dei quali si trovano nel centro storico, dove ci sono anche un novantina di fontane e fontanelle artistiche (le più note sono senz’altro la Barcaccia a piazza di Spagna e la fontanina incassata nel muro in via della Fontanella Borghese).
Se avete un bicchiere o una bottiglia potete riempirli senza problemi. Altrimenti, il foro inserito a un terzo del tubo di uscita dell’acqua del nasone vi permetterà di chiudere con le dita il bocchettone e bere comodamente.
A Roma non è inusuale incontrare persone che riempiono le bottiglie di acqua alle fontanelle o vedere bagnarole di plastica azzurra, quelle tipiche del bucato, lasciate sotto il flusso dell’acqua corrente. Spesso e volentieri in estate la bagnarola contiene anche un cocomero che in questo modo si mantiene fresco. Niente di più facile che qualcuno al palazzo di fronte abbia invitato gente a pranzo e non abbia posto per la frutta nel al frigo. Ovviamente, nessuno si sogna di spostarlo o toccarlo, in segno di rispetto nei confronti di quell’ingegnoso refrigeratore fai-da-te.
I nasoni più rari
Le prime fontanelle ad essere messe in funzione, nel 1874, erano dotate di tre cannelle a forma di drago. Oggi ne hanno soltanto una, di forma liscia. Ma è ancora possibile vedere uno dei rari esemplari a tre bocchette in via della Cordonata, non lontano dal Quirinale, o a piazza della Rotonda al Pantheon, a un paio di metri di distanza dalla più celebre fontana del Pantheon.
C’è anche una ricostruzione dei primi nasoni a tre bocchette fatta in tempi più recenti a via delle Tre Cannelle, nei pressi del foro Traiano.
La mappa dei nasoni di Roma

Nasone con vaschetta
Ultimamente la caccia al nasone sta diventando popolare quasi come quella del Pokemon Go. Così l’Acea ha messo a disposizione degli utenti sul proprio sito una mappa interattiva dei nasoni: basta digitare l’indirizzo del posto in cui ci si trova per individuare la fontanella più vicino.
In alternativa, si può scaricare gratuitamente su iTunes l’app di Acea per iPhone, iPad e IPod Touch contenente una mappa delle fontanelle disponibili nel centro di Roma. Oltre a indicare il percorso per raggiungere il nasone più vicino, l’app fornisce informazioni su monumenti e fontane artistiche più vicine.
Da ultimo, è disponibile una mappa in pdf dei nasoni del centro della capitale elaborata dal corso di laurea specialistica in giornalismo e cultura editoriale del dipartimento di italianistica dell’Università di Parma.
Le case dell’acqua
Oltre alle fontanelle, sono recentemente apparse in città le Case dell’acqua. Si tratta di punti di erogazione gratuita di acqua naturale e frizzante, dove è possibile anche caricare cellulari e tablet e consultare informazioni di pubblica utilità su schermi ad alta definizione. Nei chioschi è possibile dissetarsi o riempire le bottiglie da portare a casa. L’obiettivo è quello di evitare che ogni anno a Roma 1.800 tonnellate di plastica finiscano nell’ambiente, ottenendo al tempo stesso una riduzione di 5mila tonnellate di CO2 emesse per la produzione, il trasporto e lo smaltimento delle bottiglie.
La casa dell’acqua più nota ai turisti è sicuramente quella installata a piazza del Colosseo.
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