Il 12 maggio 2018 viene inaugurata la stazione-museo San Giovanni sulla recente linea C, la cui costruzione ha richiesto diversi anni e subìto importanti evoluzioni a seguito dei risultati delle indagini archeologiche che hanno portato all’individuazione di numerosi reperti e all’aggiornamento delle carte archeologiche in queste aree non ancora indagate.
La Stazione San Giovanni, quindi, non è una semplice “fermata della metro”, ma è un vero e proprio museo, il cui progetto espositivo è stato sviluppato grazie alla collaborazione tra diversi enti e istituzioni. E la storia del sito su cui sorge si colloca lungo i percorsi destinati al passaggio pubblico.
Nel corso degli scavi è stata esplorata una stratigrafia di oltre venti metri di profondità su una superficie di tremila metri quadrati che ha permesso di ricostruire le vicende storiche e le fasi geologiche che hanno creato l’attuale scenario urbano. Gli elementi architettonici e tematici integrati suggeriscono lo scorrere e il sedimentarsi del tempo, dandogli un certo valore e una certa importanza.
Ed è proprio il tempo ‒ e quindi la Storia, il rapporto fra passato e presente ‒ a essere protagonista. Le testimonianze di vita quotidiana, le gesta di condottieri o papi nell’arco delle ventuno fasi della vita di Roma vengono raccontate attraverso i reperti archeologici esposti nelle teche: una vanga, noccioli di pesco, suole di scarpe, monete, anfore, una vasca di età imperiale…
Questi “pezzi di storia” accompagnano i passeggeri-visitatori ai binari con l’ausilio di pannelli didattici e postazioni video atti a illustrare i valori storici e culturali che si sono stratificati in questa particolare area cittadina.
Il “Viaggio nel tempo” ‒ come recita la scritta ai tornelli d’ingresso ‒ inizia a otto metri di profondità dal livello stradale e conduce, mano a mano che si scende, a giorni sempre più lontani.
Nell’atrio, caratterizzato da scritte di colore azzurro, si possono osservare, tra le varie cose, un servizio di piatti rinascimentale e le tracce di palazzi dell’Ottocento; al piano successivo, denominato “Corrispondenze”, le scritte diventano rosse e introducono alcuni dei reperti rinvenuti più interessanti, come i resti di un sistema di irrigazione di un’azienda agricola di età imperiale o le testimonianze di un grande frutteto di pesche con decine di noccioli, radici e strumenti di lavoro arrivati fino ai giorni nostri.
Infine, al livello della banchina, un affresco che riproduce una folta vegetazione lacustre, ancora più antica dell’uomo, ci stringe in un dolce abbraccio. Spostarsi con la linea C partendo da San Giovanni non è più un viaggio esclusivamente fisico, ma può diventare la tappa di un percorso in grado di allentare la tensione e la frenesia quotidiane, e ‒ perché no ‒ nutrire la mente di chi lo compie.
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