La storia della carbonara, come tutti i racconti su qualcosa di leggendario, è avvolta da misteri, mitologia e una buona dose di fantasia.
L’origine della carbonara, secondo i più romantici e attaccati alla tradizione, è da collegare agli antichi pastori che, tanti anni fa, scoprirono le meraviglie nascoste dall’accostare pecorino, uova e guanciale sulla pasta.
La verità, però, è molto meno romantica e molto più inaspettata di quanto ci si possa aspettare.
Scopriamola insieme!
Indice / Contents
I primi accenni alla carbonara come la conosciamo oggi appaiono nei ricettari del 1700, quando i primi cuochi illuminati iniziano ad accostare uovo e pasta insieme, dove però il primo veniva utilizzato come addensanti per ricette più elaborate (come polpette fritte di pasta, timballi e preparazioni simili).
Per avere una primordiale versione della carbonara bisognerà aspettare un altro secolo, quando uno chef napoletano ha l’intuizione di unire cacio e uova alla pasta.
Insomma, un piccolo step per il mondo dei primi piatti, ma un grande passo per l’umanità.
Dell’uso del guanciale come condimento della pasta, invece, viene registrato ancora più tardi, nel secondo dopoguerra: nei primi esempi, però, l’uovo era assolutamente escluso dall’equazione risultando, più che altro, in una versione 1.0 della gricia.
Ora, la domanda sorge spontanea: quando e come è arrivata la definitiva versione della carbonara?
Nonostante la sua apparizione sia certificata da alcuni film italiani degli anni ’50, pare che la prima, ufficiale, ricetta della carbonara sia apparsa in un ricettario degli Stati Uniti.
Sì, avete letto bene.
La storia parla chiaro: nel 1952 l’orgoglio da tavola romano appare in una guida ai ristoranti di Chicago.
In Italia, in realtà, le cose sono ben diverse: nella ricetta della carbonara che si trovano risalenti a quegli anni, infatti, si trovano tutta una serie di ingredienti che oggi ci farebbero storcere il naso qualora venissero presentati nei nostri piatti:
La storia della carbonara in Italia, proprio la conosciamo noi, incomincia negli anni ’60, quando la pancetta viene sostituita col guanciale e la panna viene eliminata in favore della grande combo di uova sbattuta e pecorino.
Nel corso dei trent’anni che intercorrono tra gli anni ’60 e i ’90, la ricetta si assesta: eliminate le verdure e le superflue aggiunte come il vino, infatti, il piatto si afferma come mix sapiente di tre principali ingredienti: uovo (prevalentemente il tuorlo), il guanciale e il pecorino.
Data la sua grande diffusione in Nord America sarebbe plausibile pensare che le origini del piatto romano per eccellenza siano da ricercare nelle razioni militari diffusi nel dopoguerra ai soldati presenti in Italia.
Uova e bacon, del resto, non è un’accoppiata così inusuale se si pensa alla tradizione culinaria statunitense, ma chi ha effettivamente trovato la modalità giusta per renderlo un piatto di pasta amato in tutto il mondo è stato uno chef di Bologna, Renato Gualandi.
Il giovane cuoco venne ingaggiato per preparare un pranzo a Riccione in onore dell’incontro tra l’Ottava Armata inglese e la Quinta Armata americana e riuscì a creare un piatto capace di incontrare i gusti dei suoi commensali.
In seguito, il cuoco seguì le truppe alleate a Roma dal settembre del ’44 all’aprile del ’45 e fu proprio in questo lasso di tempo che la carbonara si diffuse nella Capitale, rapendole il cuore e il palato.
Insomma, che sia nata in qualche sobborgo di Chicago o in una cucina di Riccione, solo una cosa è certa: la carbonara, quella che fa emozionare chiunque la assaggi, è ormai un simbolo indiscusso di Roma (tanto da avere un giorno a lei dedicato) e un’esperienza da provare per chiunque ne calpesti anche un solo sampietrino.
Con una spesa minima di 25€
Reso gratuito entro 30 giorni
Ritiro presso il tuo domicilio
Granzia di 24 mesi